Ero una di quelle persone che quando
ammetteva di essere assunta a tempo determinato, abbassava lo
sguardo. Quasi in segno di vergogna. Pessimo atteggiamento.
Soprattutto in questo preciso periodo storico ed economico. Anche perché siamo
tutti a tempo determinato. Le nostre vite sono a tempo determinato.
Abbiamo contratti di lavoro con data di
scadenza, contratti di affitto con data di scadenza, rapporti
interpersonali con data di scadenza. Impossibile e terrificante
pianificare le nostre vite.
Abbiamo grandi aspirazioni personali
che possono attendere. Vogliamo sistemarci, ma un giorno, chissà
quando, più in là. Un giorno, prima o poi, vorremo anche dei figli,
ma non ora. Siamo giunti ai fatidici 30 anni e pensiamo ancora come
se di anni ne avessimo appena 18.
“Sì, un giorno mi sposerò, devo
solo trovare qualcuno pronto come me a fare il grande passo...” E
poi, un giorno, trovi la persona disposta ad impegnarsi a “tempo
indeterminato” e ti senti soffocare, dubiti che sia davvero quello
che vuoi per la tua vita.
Diamo dei limiti temporali ai rapporti:
“Se entro 6 mesi, il rapporto non fa un salto di qualità, lo
mollo...”. E se dopo 6 mesi, alla vigilia della data di scadenza,
il rapporto sa di stantio, ci consoliamo pensando che ci sia
un'occasione migliore che aspetta solo noi dietro l'angolo. Perché
la vita è fatta di grandi occasioni da prendere al volo ed ogni
lasciata è persa. Ma sarà poi così vero?
Sfogliamo nervosamente annunci di
lavoro in cerca di contratti a tempo indeterminato, clicchiamo e
riclicchiamo in giro per la Rete, correggiamo i nostri CV in vista del tanto ambito contratto-chimera, forgiamo le nostre personalità e
smussiamo i nostri difetti in funzione di un rapporto a lungo termine. E
poi, assistiamo alle lamentele infinite di chi quelle chimere ce le
ha, incredibilmente.
"Se potessi, lascerei tutto e me ne andrei..."
"Beata te che non hai legami e puoi disporre della tua vita..."
"Il lavoro/matrimonio mi soffoca..."
"Se potessi, lascerei tutto e me ne andrei..."
"Beata te che non hai legami e puoi disporre della tua vita..."
"Il lavoro/matrimonio mi soffoca..."
Le gioie del precariato. Il profumo
della libertà. Un giorno sono qui, domani chi lo sa. Siamo cittadini
del mondo perché obbligati ad essere nomadi. Non so cosa mangio
stasera, vuoi che sappia dove sarò tra 6 mesi? Sì, ho voglia di
sistemarmi, ma prima devo trovare un lavoro che me lo permetta. Un
posto fisso. No, ma io penso che un rapporto fisso adesso mi
soffocherebbe. Ho bisogno di un lavoro fisso per poter pensare di
sistemarmi. Questo rapporto non ha progettualità e ho deciso di
porre un limite.
E l'amore si piega alle leggi del
mercato del lavoro e assume un linguaggio quasi sindacale.
[Anni che non la sentivo - e anni che non ne sentivo la mancanza.
Stasera, casualmente, a loop in un appartamento parigino...]
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