martedì 10 settembre 2013

Vite a tempo determinato

Ero una di quelle persone che quando ammetteva di essere assunta a tempo determinato, abbassava lo sguardo. Quasi in segno di vergogna. Pessimo atteggiamento. Soprattutto in questo preciso periodo storico ed economico. Anche perché siamo tutti a tempo determinato. Le nostre vite sono a tempo determinato.

Abbiamo contratti di lavoro con data di scadenza, contratti di affitto con data di scadenza, rapporti interpersonali con data di scadenza. Impossibile e terrificante pianificare le nostre vite.
Abbiamo grandi aspirazioni personali che possono attendere. Vogliamo sistemarci, ma un giorno, chissà quando, più in là. Un giorno, prima o poi, vorremo anche dei figli, ma non ora. Siamo giunti ai fatidici 30 anni e pensiamo ancora come se di anni ne avessimo appena 18.
“Sì, un giorno mi sposerò, devo solo trovare qualcuno pronto come me a fare il grande passo...” E poi, un giorno, trovi la persona disposta ad impegnarsi a “tempo indeterminato” e ti senti soffocare, dubiti che sia davvero quello che vuoi per la tua vita.
Diamo dei limiti temporali ai rapporti: “Se entro 6 mesi, il rapporto non fa un salto di qualità, lo mollo...”. E se dopo 6 mesi, alla vigilia della data di scadenza, il rapporto sa di stantio, ci consoliamo pensando che ci sia un'occasione migliore che aspetta solo noi dietro l'angolo. Perché la vita è fatta di grandi occasioni da prendere al volo ed ogni lasciata è persa. Ma sarà poi così vero?

Sfogliamo nervosamente annunci di lavoro in cerca di contratti a tempo indeterminato, clicchiamo e riclicchiamo in giro per la Rete, correggiamo i nostri CV in vista del tanto ambito contratto-chimera, forgiamo le nostre personalità e smussiamo i nostri difetti in funzione di un rapporto a lungo termine. E poi, assistiamo alle lamentele infinite di chi quelle chimere ce le ha, incredibilmente.
"Se potessi, lascerei tutto e me ne andrei..."
"Beata te che non hai legami e puoi disporre della tua vita..."
"Il lavoro/matrimonio mi soffoca..."

Le gioie del precariato. Il profumo della libertà. Un giorno sono qui, domani chi lo sa. Siamo cittadini del mondo perché obbligati ad essere nomadi. Non so cosa mangio stasera, vuoi che sappia dove sarò tra 6 mesi? Sì, ho voglia di sistemarmi, ma prima devo trovare un lavoro che me lo permetta. Un posto fisso. No, ma io penso che un rapporto fisso adesso mi soffocherebbe. Ho bisogno di un lavoro fisso per poter pensare di sistemarmi. Questo rapporto non ha progettualità e ho deciso di porre un limite.

E l'amore si piega alle leggi del mercato del lavoro e assume un linguaggio quasi sindacale.  

[Anni che non la sentivo - e anni che non ne sentivo la mancanza. 
Stasera, casualmente, a loop in un appartamento parigino...]


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