Meno di un mese ai 30. E
a me di iniziare a fare bilanci non interessa. E non credo mi
interesserà fra meno di un mese.
Meno di un mese ai 30 e
comecazzocisonoarrivatacosìprestononloso. Voi che ai 30 ci siete
arrivati prima di me, vi eravate resi conto di esserci arrivati?
Meno di un mese ai 30 e
mi sembra ieri che spegnevo le candeline la sera del mio
venticinquesimo compleanno nel soggiorno di casa mia, con le mie amiche. Amiche
che, nel frattempo, si sono laureate, sono andate a convivere con i
loro compagni, hanno cambiato lavoro, hanno avuto figli o hanno
deciso di non fare più parte della mia vita. Avevo tanta paura per i
miei 25 anni, non succederà di nuovo per i 30. Per i miei 30 anni, non
diventerò una trentenne impaurita.
Quando ne parli a 15
anni, dei 30, pensi sempre che nella tua vita non esisteranno,
che tu subirai una sorta di ibernazione a 29 anni e rimarrai per
sempre con quel 2 davanti. Almeno, io non mi ci vedevo a 30 anni. Non
mi immaginavo sposata, non mi immaginavo da nessuna parte di preciso,
non mi immaginavo con dei figli. Semplicemente, non mi immaginavo.
Tutti i miei programmi, infatti, si sarebbero dovuti compiere entro i
28 anni. Il problema è che di programmi ne avevo davvero tanti e
oggi, a meno di un mese dai 30, ancora non li ho portati tutti a
termine. Devo ancora fare il giro del mondo in mongolfiera, trovare
il grande amore, farmi i capelli a carré e tingermeli di blu.
C'è
stato un problema nel planning, scusate.
Nessuno mi aveva spiegato
che ogni anno sarebbe corso via sempre più in fretta.
Nessuno mi
aveva spiegato che, anno dopo anno, di programmi se ne sarebbero
aggiunti altri diecimila.
Nessuno mi aveva detto che avrei
abbandonato il progetto di carré blu, per adottare un mosso quasi
biondo.
Nessuno mi aveva detto che avrei fatto tre traslochi a
Parigi, perché nessuno mi aveva detto che sarei venuta a vivere a
Parigi – anche se, in realtà, una bimba di 8 anni, in vacanza per
la prima volta a Parigi, guardando un camioncino della municipalità
lavare il suolo di rue Beaubourg, aveva avuto la netta sensazione che
un giorno sarebbe stata parte di questa folle città; quella stessa
bimba, è diventata poi una giovane venticinquenne che davanti a
Notre-Dame ha formulato lucidamente la frase “Parigi, io la amo, ma
non credo che potrei mai viverci”.
Nessuno mi aveva detto che a
meno un mese dai 30, mi sarei sentita così tanto giovane. Come se
avessi tutta la vita davanti, come quando di anni ne avevo 20. Come
se di tempo per fare quel carré blu ce ne sarà ancora in
abbondanza.
Nessuno mi aveva detto che a meno di un mese dai 30, una
domenica mattina mi sarei svegliata con i muscoli indolenziti dallo
sport, con il bisogno di scrivere.
Nessuno mi aveva detto che a meno
di un mese dai 30, mi sarei resa conto che chissenefrega dei bilanci,
dato che ho imparato di più in 5 anni da vagabonda che in tutta
un'esistenza impiegata a fare bilanci su me stessa.
Nessuno mi aveva
detto che a meno di un mese dai 30 anni, avrei scoperto
sorprendentemente che i jeans a vita alta mi stanno molto meglio dei
jeans a vita bassa.
Nessuno mi aveva detto che a meno di un mese di
30 anni, avrei avuto la netta sensazione di essere amata e di amare
profondamente, anche senza un uomo al mio fianco, perché nessuno mi
aveva detto che a meno di un mese dai 30 anni avrei scoperto che la
famiglia può diventare un faro visibile a migliaia di chilometri di
distanza, un fratello può diventare un compagno di viaggio e un
serbatoio di orgoglio, le amiche lontane possono diventare delle
sorelle, gli amici vicini una nuova famiglia, e i colleghi di lavoro dei compagni di banco.
Meno di un mese a 30
anni. Di bilanci non ne faccio semplicemente perché non ho tempo.
Fuori ci sono 21 gradi.