mercoledì 8 aprile 2015

Volo AZ0332 Roma Fiumicino-Paris Charles De Gaulle

"Fasten seat belt while seated"
Non ho idea di quante volte avrò letto questo monito, ormai.

Prima del decollo, Alitalia trasmette Giovanni Allevi, Vueling i Nouvelle Vague, Easyjet opta per le nuove uscite discografiche del momento. Credo che una volta mi deliziò addirittura con i DeVotchKa. Ryanair, invece, non trasmette nulla. Prima del decollo di un volo Ryanair solo tanto rumore e conversazioni a voce troppo alta. Quando compro i miei biglietti online consultando le tariffe più basse su Skyscanner, anche questo influisce sulla scelta della compagnia che mi riaccompagnerà a Roma. O almeno, mi piace pensare che sia così.

Nella tratta aerea Parigi-Roma-Parigi, non tutto è come sembra. Il tipo in piedi davanti a me con tatuato un enorme scudetto della A.S. Roma sul bicipite, tira fuori dal suo zaino un libro di chimica in inglese. La coppia di cinquantenni un po' impacciati in tuta, non proviene da chissà quale paese della provincia pontina, ma dal 17ème arrondissement. Il tizio dalla folta chioma rossa con l'aria da bretone purosangue, togliendosi il maglione di lana, esclama: "Ammazza che callo quaddentro!" Il piacente steward che mi sorride un po' malizioso all'entrata, ha in realtà una vistosa fede all'anulare della mano sinistra. Al momento del decollo, decido comunque di seguire attentamente le sue istruzioni di salvataggio in caso di avaria: non serviranno a far sparire quell'anello, ma almeno saprò cosa fare se il gilet giallo non dovesse gonfiarsi da solo. È una magra consolazione, di questi tempi...

I R.E.M. cantano a ripetizione nelle mie orecchie "Walk unafraid" e io chiudo gli occhi, alzo la testa lasciando aderire completamente le spalle allo schienale del mio sedile, chiudo gli occhi e mi mordo il labbro. Ancora un aereo, ancora una tratta Parigi-Roma-Parigi. Ancora una volta mio padre che mi accompagna in aeroporto e che agita la mano per salutarmi mentre passo i controlli dei bagagli.

In volo mi piace guardarmi intorno, immaginando le storie degli altri passeggeri, cercando di farcirle sempre di un qualche retroscena melodrammatico. C'è la giovane famiglia italo-francese: mamma francese, papà italiano, hanno poco meno di 40 anni e hanno portato i due bambini di 7 e 4 anni a Roma a trovare i nonni paterni per Pasqua. Sembra la famiglia perfetta, ma i bambini non vedevano i loro nonni da ormai già due anni perché questi ultimi non vanno d'accordo con il loro papà. C'è la studentessa Erasmus di 23 anni con le Converse e la felpa col cappuccio che è rientrata per le due settimane di vacanze primaverili della sua università francese. Con l'occasione, ha pensato di rientrare a Roma per dare un esonero di Critica letteraria e portarsi avanti con gli esami da sostenere al rientro in Italia a luglio. E già che c'era ha anche riabbracciato il fidanzato al quale sta cercando di restare fedele, costi quel che costi. Ha un'aria serena, ma dentro di sé teme che il fidanzato la lascerà a luglio, pochi giorni prima dell'esame finale di Critica letteraria. C'è la coppia di trentenni della banlieue parigina che ha deciso di trascorrere il ponte di Pasqua a Roma, guida Routard alla mano e piccolo bagaglio a mano con lo stretto indispensabile per il weekend. Belli e sorridenti, riguardano le foto del soggiorno per tutta la durata del volo. Lui, in realtà, la tradisce con la sua ex-compagna di Ecole de commerce. C'è il tipo accanto a me che non appena la hostess lo acconsente, tira fuori il suo laptop. Vestito da giovane manager rampante, in realtà è presissimo dalle correzioni del suo paper in inglese di dottorato di ricerca in Biotecnologie (stando a quanto riesco a intravedere con discrezione dal mio posto). Lui, però, da grande avrebbe semplicemente voluto guidare le barche.
E poi ci sono io. Con il mio lunghissimo CV di voli Parigi-Roma-Parigi, il mio perenne raffreddore da sbalzi di temperatura da rientro in Italia, le cuffie Sony grandi come un casco di banane, le guance rigate dalle almeno 3 lacrime che scendono nonostante cerchi di trattenerle per tutta la durata del volo. Ogni volta spero che nessuno mi veda. Non vorrei che gli altri passeggeri immaginassero inverosimili storie strappalacrime anche su di me. Non vorrei che gli altri passeggeri pensassero che sono l'ennesima italiana all'estero a cui mancano la mamma e il papà, le lasagne al ragù, i pomeriggi al mare a Torvajanica con gli amici, le belle giornate di sole a far niente in giardino con i suoi cani.
"Tutto bene, Signorina?" Oh no, lo steward ha notato gli occhi lucidi. "Sì, sì! Solo un po' di allergia al polline..."

Inspira, espira. Rimetti la canzone daccapo prima dell'atterraggio. Torni a Parigi carica e pronta a un nuovo giorno di lavoro. Dannata allergia che ti viene ogni volta che rientri in Italia. Riesce sempre a farti lacrimare gli occhi.

"Signore e signori Alitalia vi dà il benvenuto a Paris Charles de Gaulle. La temperatura esterna è di 10 gradi centigradi, il tempo è [stranamente] buono. Vi ringraziamo per aver scelto di volare con noi e vi auguriamo un ottimo soggiorno a Parigi..."

Inspira, espira.



Women // Teachers

"E' da tanto che non scrivi, come mai?"  E' una domanda che mi è stata posta ogni tanto nell’ultimo paio di anni. Semplic...