lunedì 3 febbraio 2014

Gli italiani all'estero non esistono...

Io non lo so come passano il tempo gli italiani all'estero. Sembra sia la cosa su cui si interrogano tutti gli italiani in Italia, ultimamente. Mi dispiace, io non lo so.

Io non lo so come passano il tempo gli italiani all'estero, perché gli italiani all'estero non esistono. Esistono tante persone che hanno deciso di prendere un aereo un giorno e poi non sono - ancora? - tornate all'aeroporto di partenza. E non sanno se lo faranno mai.
Esistono tanti ragazzi che sono partiti per pochi mesi e, poco per volta, si sono resi conto che il contenuto di quella valigia Carpisa non era più sufficiente e che quei pochi mesi sono diventati anni. E allora hanno accumulato vestiti, tazze, libri, lenzuola, letti e mobili. E si chiedono quasi ogni giorno cosa ne faranno se mai torneranno “a casa”.
Esistono tanti ragazzi che non ricordano il momento in cui hanno deciso di “fuggire” dall'Italia. Semplicemente perché non lo hanno deciso. Le possibilità sono porte che si schiudono improvvisamente e molto spesso si viene risucchiati da quello che si nasconde dietro di esse.

Non so, tanto meno, come passano il tempo i celeberrimi cervelli in fuga, perché io non ne conosco. Io conosco solo anime in pena: persone che scelgono ogni giorno di non tornare in quell'aeroporto di partenza per allontanarsi dalla disoccupazione, dalla crisi, dai fallimenti amorosi, dalla provincia soffocante e pettegola. Quello che queste anime in pena non vogliono ammettere, però, è che di delusioni amorose, di lavori precari e mal pagati e di pettegolezzi, ne è pieno il mondo. Anche le più affascinanti metropoli multietniche.

Io non lo so quello che fanno gli italiani all'estero perché non catalogo le persone in base al loro passaporto. Cosa che, purtroppo, ancora troppa gente fa. E il mio più grande sogno è quello di far capire agli italiani e ai non italiani che non siamo tutti uguali.
Ci sono gli italiani all'estero felici e soddisfatti di quello che hanno trovato, quelli che sgobbano dalla mattina alla sera perché sono affermati manager e quelli che sgobbano dalla sera alla mattina perché lavorano al turno notturno di brasserie con servizio continuo 24/24, quelli idealisti e quelli attaccati ai soldi, quelli che si attanagliano il cervello con domande esistenziali e quelli che di domande non se ne fanno affatto. Ci sono gli italiani all'estero che hanno studiato tanto e italiani all'estero che hanno studiato di meno. Italiani all'estero che parlano a voce alta e italiani all'estero che fai fatica a sentire cosa dicono per quanto la loro voce sia discreta. Ci sono italiani all'estero che mangiano orsetti gommosi e italiani all'estero che li odiano. Italiani all'estero che “ce l'hanno fatta” e italiani all'estero che si chiedono se al mondo ci sia davvero un posto per loro. 
Pensate, ci sono addirittura italiani all'estero che si sposano e fanno figli con non italiani all'estero, e con questi figli non parlano italiano. Ma ci sono anche italiani all'estero che risiedono all'estero e parlano ancora molto male la lingua del posto. E magari si innamorano di altri italiani all'estero.
Ci sono italiani all'estero che non credono di essere in vacanza da una vita, anzi. Alcuni credono che sarebbe addirittura stato più facile restare a casa da mamma, ché “almeno una buona cena la sa preparare e mi coccola se ho la febbre”. 
Ci sono italiani all'estero che mettono da parte soldi e giorni di ferie per fare vacanze non in Italia (all'estero, appunto). Ma ci sono anche italiani all'estero che preferiscono investire i propri soldi e le proprie ferie per andare a trovare il più spesso possibile la nipotina che cresce velocissima.
Ci sono italiani all'estero che non tornano in Italia semplicemente perché hanno molta più paura del “noto” di quanta non ne abbiano dell' “ignoto”. E poi ci sono italiani all'estero che “mi faccio due anni qui e poi torno a casa col CV arricchito e apro una start-up”. Ma ci sono anche quelli del “mettiamo insieme un piccolo capitale di partenza e apriamo una pizza al taglio a Saint-Germain-des-Près ché la ristorazione italiana va sempre una bomba a Parigi ”.
Ci sono italiani all'estero che ritoccano di continuo il loro CV in cerca di una nuova chance, italiani all'estero adagiati sul loro posto fisso, italiani all'estero che sognano di mollare tutto e aprire quel famoso chiosco sulle spiagge di Cuba. Lo stesso chiosco che sognavano quando non erano ancora italiani all'estero...

Io non lo so quello che fanno gli italiani all'estero, ma credo che non sia davvero tanto diverso da quello che fanno tanti italiani in Italia.

Il mondo è piccolo, la gente mormora e la crisi è ovunque.

E poi, esistono anche tanti italiani all'estero offesi dal falso mito dell'italiano all'estero...


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