Le 7.45. Perché la domenica mi sveglio
sempre così presto?
Chiudi gli occhi e girati nel piumone
(sì, qui dormiamo già col piumone...): ti riaddormenterai.
Boom: le 11.10. Oddio, dove sono?
Un minuto per realizzare che tutto
quello che mi passa per la testa era solo un sogno.
No, Laura. Non la puoi chiamare quella
persona: era un sogno. Uno di quegli orrendi sogni alla “Sliding
Doors” (o alla “Lola corre” senza rapine né proiettili). Come
sarebbe stata la tua vita se...
Era tutto uguale a questa vita, ma
c'era “qualcosa” di diverso.
Un altro minuto per realizzare che
sono nel mio letto, a Parigi, dove vivo ormai da un po'.
Alzati, apri la tenda, fuori c'è il
sole. Corri a farti un caffè. Il sole a Parigi durerà ancora poche
settimane (settimane nella più ottimistica delle ipotesi...): pensa
subito a qualcosa da fare. Parchi, corse, picnic, aperitivi, amici.
Sì, ora faccio tutto.
Ma mentre verso il caffè nella mia
grande tazza “Wondergirl” ci ripenso. Come sarebbe stata la mia
vita se...
Come sarebbe stata la mia vita se fossi
rimasta a Roma? Cosa sarebbe successo se quel colloquio da segretaria
di quel prestigiosissimo master fosse andato bene? Sarei stata
contenta? Forse sarei rimasta a casa con i miei genitori, avrei
assistito alla “diaspora” delle mie migliori amiche verso il
nord, verso la Svizzera, alla ricerca di un'opportunità. Forse avrei
trovato l'amore. No, forse questo no.
Di sicuro mi sarei chiesta come
sarebbe stata la mia vita se fossi andata a Parigi.
Quello che so è che scelgo ogni giorno
consapevolmente di restare qui, in questa città che esige tanta
energia ma che ogni giorno è in grado di regalare sorprese, sorrisi
inaspettati e qualche colpo di scena.
Perché la vera scelta non è
“partire”, ma è decidere di restare. Scegliere lucidamente, dopo
aver fatto il tentativo.
Ieri, davanti a un bicchiere di vino
rosé e una fetta di melone, la mia cara biondissima amica, forte del
suo nuovo taglio di capelli e di un paio di leggings che sembravano esserle stati cuciti su misura, mi ha detto che secondo lei avrei
dovuto aprire un blog. Non so per raccontare cosa esattamente: di
italiane quasi trentenni a Parigi ne siamo tante e la mia storia non è
tanto diversa dalla loro. Scommetto, infatti, che ognuna di loro si chiede
spesso “Come sarebbe stata la mia vita se...”, ma non so se tutte
sono contente della risposta che si danno.
Poche domande, poche risposte. Hai una
domenica da organizzare. Infilati le scarpe da ginnastica e corri verso
la Tour Eiffel. Il sole si concederà ancora per poco tempo e sai
perfettamente com'è vivere per sei mesi o forse più senza sole.
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