domenica 1 settembre 2013

Risvegli parigini

Le 7.45. Perché la domenica mi sveglio sempre così presto?
Chiudi gli occhi e girati nel piumone (sì, qui dormiamo già col piumone...): ti riaddormenterai.
Boom: le 11.10. Oddio, dove sono?
Un minuto per realizzare che tutto quello che mi passa per la testa era solo un sogno.
No, Laura. Non la puoi chiamare quella persona: era un sogno. Uno di quegli orrendi sogni alla “Sliding Doors” (o alla “Lola corre” senza rapine né proiettili). Come sarebbe stata la tua vita se...
Era tutto uguale a questa vita, ma c'era “qualcosa” di diverso.
Un altro minuto per realizzare che sono nel mio letto, a Parigi, dove vivo ormai da un po'.
Alzati, apri la tenda, fuori c'è il sole. Corri a farti un caffè. Il sole a Parigi durerà ancora poche settimane (settimane nella più ottimistica delle ipotesi...): pensa subito a qualcosa da fare. Parchi, corse, picnic, aperitivi, amici. 
Sì, ora faccio tutto.

Ma mentre verso il caffè nella mia grande tazza “Wondergirl” ci ripenso. Come sarebbe stata la mia vita se...
Come sarebbe stata la mia vita se fossi rimasta a Roma? Cosa sarebbe successo se quel colloquio da segretaria di quel prestigiosissimo master fosse andato bene? Sarei stata contenta? Forse sarei rimasta a casa con i miei genitori, avrei assistito alla “diaspora” delle mie migliori amiche verso il nord, verso la Svizzera, alla ricerca di un'opportunità. Forse avrei trovato l'amore. No, forse questo no. 
Di sicuro mi sarei chiesta come sarebbe stata la mia vita se fossi andata a Parigi.

Quello che so è che scelgo ogni giorno consapevolmente di restare qui, in questa città che esige tanta energia ma che ogni giorno è in grado di regalare sorprese, sorrisi inaspettati e qualche colpo di scena.
Perché la vera scelta non è “partire”, ma è decidere di restare. Scegliere lucidamente, dopo aver fatto il tentativo.

Ieri, davanti a un bicchiere di vino rosé e una fetta di melone, la mia cara biondissima amica, forte del suo nuovo taglio di capelli e di un paio di leggings che sembravano esserle stati cuciti su misura, mi ha detto che secondo lei avrei dovuto aprire un blog. Non so per raccontare cosa esattamente: di italiane quasi trentenni a Parigi ne siamo tante e la mia storia non è tanto diversa dalla loro. Scommetto, infatti, che ognuna di loro si chiede spesso “Come sarebbe stata la mia vita se...”, ma non so se tutte sono contente della risposta che si danno.

Poche domande, poche risposte. Hai una domenica da organizzare. Infilati le scarpe da ginnastica e corri verso la Tour Eiffel. Il sole si concederà ancora per poco tempo e sai perfettamente com'è vivere per sei mesi o forse più senza sole.  


Nessun commento:

Posta un commento

Women // Teachers

"E' da tanto che non scrivi, come mai?"  E' una domanda che mi è stata posta ogni tanto nell’ultimo paio di anni. Semplic...