Io non lo so come passano il tempo gli
italiani all'estero. Sembra sia la cosa su cui si interrogano
tutti gli italiani in Italia, ultimamente. Mi dispiace, io non
lo so.
Io non lo so come passano il tempo gli
italiani all'estero, perché gli italiani all'estero
non esistono. Esistono tante persone che hanno deciso di prendere un
aereo un giorno e poi non sono - ancora? - tornate all'aeroporto di
partenza. E non sanno se lo faranno mai.
Esistono tanti ragazzi che sono partiti
per pochi mesi e, poco per volta, si sono resi conto che il contenuto
di quella valigia Carpisa non era più sufficiente e che quei pochi mesi sono diventati anni. E allora hanno
accumulato vestiti, tazze, libri, lenzuola, letti e mobili. E si
chiedono quasi ogni giorno cosa ne faranno se mai torneranno “a
casa”.
Esistono tanti ragazzi che non
ricordano il momento in cui hanno deciso di “fuggire”
dall'Italia. Semplicemente perché non lo hanno deciso. Le
possibilità sono porte che si schiudono improvvisamente e molto
spesso si viene risucchiati da quello che si nasconde dietro di esse.
Non so, tanto meno, come passano il
tempo i celeberrimi cervelli in fuga, perché io non ne
conosco. Io conosco solo anime in pena: persone che scelgono
ogni giorno di non tornare in quell'aeroporto di partenza per
allontanarsi dalla disoccupazione, dalla crisi, dai fallimenti
amorosi, dalla provincia soffocante e pettegola. Quello che queste
anime in pena non vogliono ammettere, però, è che di
delusioni amorose, di lavori precari e mal pagati e di pettegolezzi,
ne è pieno il mondo. Anche le più affascinanti metropoli
multietniche.
Io non lo so quello che fanno gli
italiani all'estero perché non catalogo le persone in base al
loro passaporto. Cosa che, purtroppo, ancora troppa gente fa. E il
mio più grande sogno è quello di far capire agli italiani e
ai non italiani che non siamo tutti uguali.
Ci sono gli italiani all'estero
felici e soddisfatti di quello che hanno trovato, quelli che sgobbano
dalla mattina alla sera perché sono affermati manager e quelli che
sgobbano dalla sera alla mattina perché lavorano al turno notturno
di brasserie con servizio continuo 24/24, quelli idealisti e quelli
attaccati ai soldi, quelli che si attanagliano il cervello con
domande esistenziali e quelli che di domande non se ne fanno affatto.
Ci sono gli italiani all'estero che hanno studiato tanto e
italiani all'estero che hanno studiato di meno.
Italiani all'estero che parlano a voce alta e italiani
all'estero che fai fatica a sentire cosa dicono per quanto la loro voce sia
discreta. Ci sono italiani all'estero che mangiano orsetti gommosi e italiani all'estero che li odiano. Italiani
all'estero che “ce l'hanno fatta” e italiani all'estero
che si chiedono se al mondo ci sia davvero un posto per loro.
Pensate, ci sono addirittura italiani all'estero che si
sposano e fanno figli con non italiani all'estero, e con questi figli non
parlano italiano. Ma ci sono anche italiani all'estero che
risiedono all'estero e parlano ancora molto male la lingua del posto. E magari si innamorano di altri italiani all'estero.
Ci sono italiani all'estero che
non credono di essere in vacanza da una vita, anzi. Alcuni credono
che sarebbe addirittura stato più facile restare a casa da mamma,
ché “almeno una buona cena la sa preparare e mi coccola se ho la
febbre”.
Ci sono italiani all'estero che mettono da parte
soldi e giorni di ferie per fare vacanze non in Italia (all'estero,
appunto). Ma ci sono anche italiani all'estero che
preferiscono investire i propri soldi e le proprie ferie per andare a
trovare il più spesso possibile la nipotina che cresce velocissima.
Ci sono italiani all'estero che
non tornano in Italia semplicemente perché hanno molta più paura
del “noto” di quanta non ne abbiano dell' “ignoto”. E poi ci sono italiani
all'estero che “mi faccio due anni qui e poi torno a casa col
CV arricchito e apro una start-up”. Ma ci sono anche quelli del
“mettiamo insieme un piccolo capitale di partenza e apriamo una
pizza al taglio a Saint-Germain-des-Près ché la ristorazione italiana va sempre una bomba a Parigi ”.
Ci sono italiani all'estero che
ritoccano di continuo il loro CV in cerca di una nuova chance,
italiani all'estero adagiati sul loro posto fisso, italiani
all'estero che sognano di mollare tutto e aprire quel famoso
chiosco sulle spiagge di Cuba. Lo stesso chiosco che sognavano quando non erano ancora italiani all'estero...
Io non lo so quello che fanno gli
italiani all'estero, ma credo che non sia davvero tanto
diverso da quello che fanno tanti italiani in Italia.
Il
mondo è piccolo, la gente mormora e la crisi è ovunque.
E poi, esistono anche tanti italiani all'estero offesi dal falso mito dell'italiano all'estero...
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